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Antica Capua
Capua fu una delle più grandi, ricche e importanti città di tutto il mondo antico.
Come riporta lo storico romano Velleio Patercolo, Capua fu fondata dagli Etruschi nell’803 a.C. (50 anni prima di Roma), vicino ad un ansa del fiume Volturno, nel posto oggi occupato dalla città di Santa Maria Capua Vetere. I ritrovamenti di un villaggio villanoviano e i reperti delle necropoli testimoniano che il territorio capuano fu abitato in maniera intensa e continua fin dalla preistoria.
Diverse sono le ipotesi formulate dagli storici sull’origine del nome di Capua:
- dall’etrusco Capeva, secondo alcuni “Città degli Acquitrini”;
- da Capys, cugino di Enea, secondo la leggenda il fondatore di Capua;
- dal latino Caput, perché Capua era la più importante città del Meridione e capitale della Dodecapoli etrusca.
Cicerone definiva Capua come “Altera Roma” (la seconda Roma), grazie alla sua bellezza e ricchezza.
La supremazia degli Etruschi in Campania finì bruscamente con le invasioni dei Sanniti a partire dal V secolo a.C. Per difendersi dai bellicosi invasori Capua chiese aiuto a Roma e, grazie all’alleanza che si venne a formare i Sanniti, vennero sconfitti. Capua divenne così capitale della Campania Felix.
Nel 312 a.C. la costruzione della via Appia, regina viarum, collegò le due città. La porta sud nelle mura Serviane di Roma venne chiamata Porta Capena, l’unico caso in cui una porta romana prende il suo nome dalla città verso cui è diretta.
L’importanza di Capua crebbe tanto da venire considerata dagli storici dell’epoca solo di poco inferiore a Roma e Cartagine. Capua arrivò addirittura a chiedere a Roma, in cambio della propria alleanza, che uno dei due consoli venisse sempre scelto tra i propri cittadini. La fedeltà a Roma durò fino alla sconfitta di Canne, quando la tradì per Annibale, forse intravedendo la possibilità di diventare la maggiore potenza in Italia in caso di una vittoria cartaginese. Annibale e il suo esercito vennero volontariamente ricevuti a Capua e qui stabilì il proprio accampamento invernale. Lo storico Tito Livio attribuisce proprio ai cosiddetti “Ozi di Capua” la sconfitta finale di Annibale, perché le sue truppe vennero ammorbidite e demoralizzare dalla vita lussuriosa trascorsa nella ricca città. Dopo la fuga di Annibale dall’Italia, Capua venne posta d’assedio dai Romani e, dopo una lunga resistenza, espugnata nel 211 a.C. e severamente punita.
Nonostante la sconfitta e il ridimensionamento politico e militare, Capua prosperò economicamente tanto da divenire ancora più ricca del passato. I suoi prodotti venivano esportati in tutto il mondo antico: farro, grano, vino, spezie, rose (campi sterminati alle porte della città), unguenti e profumi (il seplasium), ma anche prodotti manifatturieri, specialmente in bronzo.
La sua ricchezza divenne proverbiale; ma Capua fu anche famosa per la sua scuola gladiatoria, la più grande dell’Impero, e il suo Anfiteatro, secondo solo al Colosseo. Da Capua partì la famosa rivolta di Spartaco nel 73 a.C.
La prosperità di Capua durò fino alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Da quel momento seguì le sorti del resto d’Italia, invasa da Visigoti, Vandali, Ostrogoti, ma poi rinata sotto l’imperatore Giustiniano nel 553. La pace però durò per un breve periodo perchè la città fu assediata e saccheggiata dai Longobardi nel 594 e distrutta dai Saraceni nell’841, poco dopo un fortissimo terremoto.